Amalgame
Ces mots qui sortent de moi portent eneux les effrois de monêtre. Entre décadence et danse de folie, le rythme
Ces mots qui sortent de moi portent eneux les effrois de monêtre. Entre décadence et danse de folie, le rythme
Le parole che escono da me si portano dentro i terrori del mio essere. Tra decadenza e danza della follia,
Stasera poso su questo foglio: la sfida di uno sguardo vivo scritte confuse come due fendenti che si intrecciano sorrisi
Il matematico non dice di esser folle Dice piuttosto di aver perso il suo dominio di definizione Il giurista non
Ce soir, Je pose sur ce papier: un regard vif qui interpelle Des écrits confondus tels deux slash qui s’entremêlent
Le Mathématicien ne dit pas qu’il est fou Il dit plutôt il a perdu son domaine de définition Le Juriste
Mi sento vuoto, non appena la mia porta si chiude, passo le giornate a dirmi che non sto bene. A
Je me sens vide, À l’instant où ma porte se ferme, Je passe mes jours à me dire que je
L’uomo nasce buono ma sono i fatti sociali a forgiarlo La vita intarsia in noi il bene e il male
L’homme naît bon mais ce sont les faits sociaux qui le façonnent La vie incruste en nous son mal et
Condamnés et stigmatisés C’est ainsi que les malades mentaux dans nos pays sont traités Sectaires ou possédés C’est ainsi qu’ils
Tout semble confus et tout à l’air de sombrer Quelque part là-bas un enfant se fait chambrer Il n’a pourtant
Tutto sembra confuso e tutto ha l’aria di sprofondare Da qualche parte laggiù un bimbo si fa canzonare Non ha
Eh! Pourquoi me regardez-vous ainsi sans parler à haute voix? Vous murmurez votre patois que même ma bouteille n’entend pas
La vita è un mistero Che viaggia con tutta la sofferenza Nel percorso della vita, certi si son persi Mal
Tôt ou tard nous irons tous à la terre Car même sans le vouloir, c’est notre mère Nous serons pour
Presto o tardi torneremo tutti alla terra perché senza volerlo, è nostra madre Saremo per i nostri conoscenti un ieri
Lacrime di sangue scorrono nei miei occhi chiari, cupi e sanguinanti Questo mondo paradisiaco tanto sognato pieno solo di ribelli,
Les larmes de sang coulent dans mes yeux claires, sombres et saignant Ce monde paradisiaque tant rêvé rempli que de
Hier, je l’ai lu dans les faits divers Une fille s’est coupée les veines Ils ont dit qu’elle n’a pas
Ieri ho letto sul giornale Una ragazza si è tagliata le vene Hanno detto che non ha sentito tanto male
Eh! Perché mi guardate così senza parlare a voce alta? Mormorate nel vostro patois che neanche la mia bottiglia sa
La vie est un mystère Qui voyage avec toute une misère Dans le train de la vie, certains se sont
En entendre des voix, dans le vent, Qui pleurent, parfois qui crient, Et répondre plusieurs fois par des danses, Tout
Sentire delle voci nel vento, che piangono, che gridano a volte, e rispondere a più riprese con delle danze, tutto
Fare parlare chi ha “faticato” per arrivare nel nostro Paese, chi ha subito e subisce rifiuti e anche violenze, chi viene etichettato come migrante o rifugiato e mai considerato, semplicemente, una persona. Il laboratorio – svolto in collaborazione con la Cooperativa sociale Orizzonti – ha voluto creare uno spazio per raccontarsi, esprimersi, mettersi in contatto. Contatto reciproco e di scambio, che ha fatto emergere le vite delle persone che vi hanno partecipato ma anche quanta strada dobbiamo ancora percorrere insieme senza giudizio, senza pre-giudizio. Ogni sessione è stata, senza dubbio, un’occasione di crescita per tutti.
“Parole in folle” è un podcast in sei puntate. Nella prima parte si raccontano i risultati di approfondimenti e ricerche sulla salute mentale e sul concetto di “follia” nell’Africa sub-sahariana. Di come viene affrontata, dei tabù sull’argomento ma anche di quanti approcci nuovi e originali si stanno mettendo in campo. Infine, di quanto la parola, la poesia, stia facendo emergere prepotentemente la questione. Nelle successive cinque puntate interpreti afroitaliane e afroitaliani danno voce a poesie di giovani autrici e autori africani che nei loro lavori poetici esprimono la loro esperienza e il viaggio nei tunnel bui del disagio mentale.
In Etiopia, la guerra civile scoppiata nel 2020 sta provocando gravi conseguenze sulla vita della popolazione. Nelle regioni del Tigray, di Amhara e Afar, si stima che una vasta percentuale degli abitanti, soprattutto donne e bambini, soffrano di alterazioni psicologiche. Purtroppo, la guerra in corso ha danneggiato le strutture sanitarie, religiose e governative, che si occupavano della cura della popolazione. Si fa sempre più urgente il bisogno di creare spazi comunitari dedicati al trattamento dei disturbi psichici, nonché di formare adeguatamente il personale al supporto psicologico.
Crystal (nome d’arte di Pana Magnoudéwa) è una slameuse togolese. Nei suoi versi dipinge le emozioni che può provare una persona affetta da patologie mentali. “Voglio sottolineare l’influenza del mondo esterno sulla salute mentale. Tutti possono contribuire alla guarigione di una persona che manifesta disturbi mentali cercando di ascoltare i suoi desideri, invece di voler sempre prendere decisioni al suo posto. Il mio testo è un invito a frequentare un malato di mente, augurandosi che lo sguardo che il mondo gli rivolge possa cambiare e diventare qualcosa di diverso dalla pietà”.
Crystal, de son vrai nom Pana Magnoudéwa, est une slameuse togolaise. Dans ses lignes elle peint les émotions que peut ressentir un patient avec des problèmes de détresse mentale. “Surtout j’ai voulu mettre l’accent sur l’influence du monde extérieur sur sa santé. Chacun peut contribuer à la guérison d’un malade mental en essayant d’être à l’écoute de ses envies au lieu de toujours vouloir prendre des décisions à sa place. Surtout pour que le regard du monde soit autre que de la pitié à son égard, mon texte est un appel à la convivence avec un malade mental”.