Storie e Persone

Etiopia, il conflitto sta aumentando i casi di disturbi mentali

In Etiopia, la guerra civile scoppiata nel 2020 sta provocando gravi conseguenze sulla vita della popolazione. Nelle regioni del Tigray, di Amhara e Afar, si stima che una vasta percentuale degli abitanti, soprattutto donne e bambini, soffrano di alterazioni psicologiche. Purtroppo, la guerra in corso ha danneggiato le strutture sanitarie, religiose e governative, che si occupavano della cura della popolazione. Si fa sempre più urgente il bisogno di creare spazi comunitari dedicati al trattamento dei disturbi psichici, nonché di formare adeguatamente il personale al supporto psicologico.

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Ruanda, disturbi mentali alimentati dallo stigma e dall’ignoranza

In Africa, il pregiudizio della società nei confronti dei disturbi di salute mentale contribuisce ad aggravare la situazione delle persone che ne sono affette. L’articolo riporta dei casi di stigma sociale verificatisi a Kigali, in Ruanda, nei confronti di persone che, ignare di avere un disturbo di questo genere, soffrivano e ignoravano di poter chiedere aiuto a un medico. Senza un’assistenza sanitaria dedicata e campagne di sensibilizzazione, il pensiero comune riguardo questi disturbi non cambierà. Sarebbe poi auspicabile in molti Stati africani il varo di una legge contro lo stigma.

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L’empatia scioglie il nodo che lega migrazione e salute mentale

È ormai chiaro che la pandemia in corso influisce anche sulla salute mentale, in particolare di quelle persone sottoposte a forti stress come i migranti che tornano nel Paese d’origine. I traumi derivati dalle difficoltà affrontate durante il viaggio migratorio possono interferire con il processo di riadattamento culturale e reinserimento sociale; e le problematiche createsi a causa del Covid-19 non fanno che accentuare il problema. Il progetto Migrants as Messengers dello IOM si prefigge di fornire ai migranti gli strumenti per elaborare i proprio traumi e facilitare il rientro nella comunità di origine.

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Malawi, suicidi in aumento e poca attenzione alla salute mentale

Nel piccolo Paese dell’Africa meridionale i numerosi episodi di suicidio riaccendono i riflettori sulla salute mentale. Questione spesso ignorata sia a livello sociale che sanitario. Secondo i dati registrati, il 2021 ha assistito a un’impennata di casi. Inoltre, uno studio condotto dall’ufficio dell’ombudsman ha messo in evidenza notevoli carenze nella gestione dei pazienti con disturbi mentali che si ripercuotono sulla qualità delle cure offerte. In relazione a ciò, sarebbero necessarie azioni di sensibilizzazione da parte dei cittadini al fine di stimolare sia maggiori finanziamenti per il settore sia una riduzione dei sentimenti di discriminazione nelle comunità.

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La fede, uno strumento di aiuto ai migranti durante le traversate

Ogni migrante ha la sua storia, la sua cultura e anche un’appartenenza religiosa. Le ricerche condotte finora nel campo della migrazione si sono focalizzate per lo più sulla dimensione culturale e sulla salute mentale dei profughi, tralasciando quasi del tutto il ruolo svolto dalla religione durante i loro viaggi rischiosi. Recenti studi hanno invece messo in luce come il ricorso al coping religioso positivo permetta di affrontare le difficoltà vissute durante le pericolose traversate. Maggiori contributi in quest’ambito potrebbero portare a nuovi approcci per affrontare i problemi di salute mentale dei migranti.

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Africa, il dramma della fuga dei cervelli nel settore psichiatrico

L’emigrazione degli specialisti del settore medico rappresenta da anni una pratica comune in Africa. Spinti da fattori quali scarse opportunità lavorative, bassa retribuzione e pressioni sociali, medici, psichiatri e infermieri decidono di mettere al servizio dei Paesi occidentali le loro competenze. Quest’esodo produce una carenza di sanitari nel Continente poiché lo squilibrio tra il numero di psichiatri che restano e quello degli abitanti, a cui si aggiunge l’importazione di pratiche mediche dall’Occidente, si ripercuote drasticamente sulla qualità e sulla quantità dei servizi psichiatrici forniti alla popolazione.

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L’attivista ghanese che sostiene i diritti delle donne con disabilità

Dopo una vita trascorsa a lottare per difendere i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, Gertrude Oforiwa Fefoame ha ottenuto il riconoscimento meritato: il Women’s Empowerment Award. Gertrude, ipovedente dall’infanzia, si è impegnata con risultati straordinari per promuovere l’inclusione sociale e i diritti delle persone portatrici di handicap, soprattutto donne. Inoltre, in Ghana e più in generale in Africa, si è fatta portavoce per modificare le leggi in materia di disabilità. L’assegnazione del premio è l’occasione per ripercorrere le tappe principali della sua vita professionale.

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Gli africani non soffrono di depressione, ecco un mito da sfatare

Al Cannes Marché du Film è stato selezionato”Black People Don’t Get Depressed“, un documentario ancora in lavorazione e alla ricerca di fondi della sudafricana Sara Chitambo, concepito a partire dall’esperienza personale della regista con problemi di salute mentale. La ricerca di aiuto terapeutico ha portato alla scoperta e alla documentazione di tutto ciò che ruota intorno a chi soffre di questi disturbi: dal superamento dello stigma all’isolamento, alla ricerca di una valida assistenza sanitaria che escluda quei trattamenti disumani ma molti diffusi nel continente e radicati nelle credenze popolari.

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Arteterapia per superare traumi. I casi RDC, Sierra Leone, Ruanda

In contesti volatili quali la regione del Nord Kivu, il Ruanda post-genocidio o la Sierra Leone, l’arte è stata impiegata da specialisti e operatori umanitari per trattare diverse condizioni di natura psichica. In molte zone del continente africano le persone affette da patologie mentali mancano di un supporto terapeutico effettivo. Questi individui rimangono soli nell’affrontare la malattia e costretti a combattere contro lo stigma giorno dopo giorno. È tuttavia provato come l’arteterapia possa supportare il trattamento di stress post-traumatico, depressione o nevrosi e sia da considerarsi un alleato valido durante il processo di guarigione.

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Kenya: a rischio la salute mentale, tra le cause c’è la crisi climatica

Stress post-traumatico, depressione e abuso di sostanze sono tra i disturbi più frequenti nelle zone colpite da alluvioni e inondazioni catastrofiche. Il benessere psichico delle persone diventa ancora più fragile e meno considerato in condizioni di precarietà ed emergenza. L’alto livello di disagio impone ai Governi un incremento degli investimenti nel campo del supporto psicologico e in vista delle sempre più frequenti inondazioni insieme all’aumento della siccità. Gli esperti avvisano: è necessario considerare la componente psicologica tra le priorità degli interventi di sostegno e prevenzione.

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