Malawi, suicidi in aumento e poca attenzione alla salute mentale

[Traduzione a cura di Luciana Buttini dall’articolo originale di Charles Mpaka pubblicato su Inter Press Service]

Dalitso Leonard, 28 anni racconta in che modo ha tentato di suicidarsi dopo essere stato abbandonato dai suoi affetti a causa della sua sieropositività. Flickr/Bible Society in licenza CC
Dalitso Leonard, 28 anni racconta in che modo ha tentato di suicidarsi dopo essere stato abbandonato dai suoi cari a causa della sua sieropositività. Flickr/Bible Society in licenza CC

Il suicidio dell’ex vicepresidente del Parlamento del Malawi con un colpo di arma da fuoco, avvenuto lo scorso settembre negli uffici dell’Assemblea Nazionale a Lilongwe, ha scosso la Nazione e ha richiamato l’attenzione sull’impatto della salute mentale nel Paese.

Secondo gli esperti, il brusco aumento dei casi di suicidio in Malawi è ormai diventato l’espressione più visibile del carico relativo ai problemi di salute mentale.

Harry Kawiya, un ufficiale clinico psichiatrico presso lo Zomba Mental Hospital (unico centro di salute mentale di riferimento e uno dei due Istituti specializzati nel Paese) afferma:

Esistono forme silenti di depressione, stress e molti altri disturbi. Molto spesso, quando ci troviamo di fronte a un individuo affetto da problemi mentali interveniamo in fretta poiché ci crea scompiglio.

E continua:

Eppure, il recente aumento dei casi di suicidio ci rivela la gravità di questo problema legato alla salute mentale, un fenomeno diffuso che non stiamo affrontando in modo adeguato.

I dati rilevati dalla polizia nazionale mostrano un drastico incremento dei casi di suicidio negli ultimi tre anni. Ad esempio, tra gennaio e marzo 2021, il Paese ha registrato 76 suicidi, un aumento di quasi il 50% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Foster Benjamin, il portavoce di una stazione di polizia di Lilongwe, ha riferito a IPS che si segnalano una media di sei casi al mese:

Si osserva un’impennata di casi e questo preoccupa. I motivi per cui le persone si tolgono la vita vanno dai disaccordi familiari ai problemi finanziari e in quasi tutti i casi si tratta di uomini.

In un biglietto d’addio lasciato poco prima di morire, l’ex vicepresidente, 50 anni, ha descritto in dettaglio la frustrazione provata rispetto alla gestione dei suoi benefit, tra cui l’acquisto di un veicolo ufficiale indicato come motivo del suicidio.

In un villaggio appena fuori Lilongwe, lo scorso anno un uomo si è impiccato a causa dei debiti contratti per la sua piccola azienda agricola di tabacco.

La moglie, Christina Makwecha, ha raccontato di aver perso suo marito di 43 anni a ottobre 2020 dopo che la stagione di commercializzazione del tabacco si era appena conclusa.

Makwecha, madre di quattro figli, ha detto:

Abbiamo subìto pesanti perdite al punto che non siamo riusciti a pagare alcuni dei debiti contratti per pagare i lavoratori e dei contributi ottenuti dai rivenditori agricoli.

Una sera, mentre era di ritorno da un incontro del gruppo di risparmio svoltosi in un villaggio della zona, ha trovato l’uomo impiccato a un albero in un campo non molto lontano dalla loro abitazione.

In merito a ciò, la donna ha dichiarato:

Fu allora che mi ricordai che, nelle settimane precedenti, mio marito era diventato sempre più irrequieto e insolitamente astioso. Inoltre, aveva iniziato a saltare i pasti.

Il dottor Charles Masulani, direttore generale della St John of God Hospitaller Services Ltd, un ospedale psichiatrico di ispirazione cattolica, sostiene che sebbene il Paese registri un numero crescente di casi di suicidio, molti cittadini sono inconsapevoli dei disturbi mentali che portano le persone a suicidarsi.

Come afferma Masulani:

A differenza di malattie come la malaria su cui ci sono molte conoscenze scientifiche e le persone in caso di contagio sanno dove rivolgersi, per le malattie mentali non vale lo stesso. In questo modo, gli individui tendono a lottare con se stessi senza chiedere aiuto ai counselor, ai leader religiosi, ai terapeuti o a chiunque altro possa offrire aiuto.

I dati registrati in ospedale indicano che lo scorso anno ci sono state 7.671 visite a pazienti con malattie mentali, di cui 4.142 erano uomini e 3.529 donne.

Tra i disordini mentali diagnosticati vi sono: ansia, disturbo bipolare, psicosi, demenza, disturbo delirante,  depressione, delirio, epilessia, ipomania, disturbo antisociale di personalità, disturbo dell’apprendimento e schizofrenia.

Gli esperti affermano che l’impatto del Covid-19 sulle aziende ha causato un peggioramento dell’alta incidenza di casi di malattie mentali in Malawi, e la risposta del Governo è stata insufficiente.

Nel 2017, l’indagine portata avanti dall’ufficio dell’ombudsman ha rivelato evidenti carenze nella gestione della salute mentale nel sistema sanitario pubblico.

Nello studio si accusava il Governo di non aver finanziato adeguatamente gli uffici sanitari distrettuali in modo da poter gestire i pazienti prima di inviarli alla struttura ospedaliera di riferimento.

L’Istituto ha anche incolpato il ministero della Salute per la grave e persistente carenza di personale psichiatrico, una mancanza che ha compromesso la qualità delle cure ai pazienti con disturbi mentali.

Ad esempio, l’indagine ha stabilito che in due distretti della Regione Centrale, il rapporto tra il numero di operatori della salute mentale e la popolazione oscillava tra 1:80.840 e 1:558.470.

Secondo il rapporto, il problema della carenza del personale ha origine dal modo in cui viene progettata la formazione dei medici nel Paese.

Come si legge nel rapporto:

Mentre gli studenti universitari vengono formati rispetto a diversi aspetti della professione medica tra cui la psichiatria, durante il tirocinio questa branca della medicina viene evitata del tutto, andando così a privare ulteriormente il sistema della possibilità di acquisire nuovo personale psichiatrico.

L’indagine ha inoltre messo in luce le inefficienze nel reperimento degli psicofarmaci per i pazienti affetti da malattie mentali e questi disservizi portano quasi sempre all’indisponibilità degli stessi.

Quattro anni dopo la pubblicazione della ricerca, questi problemi permangono.

In occasione della celebrazione della Giornata mondiale della salute mentale lo scorso ottobre, il dottor Michael Udedi, esperto di salute mentale presso il ministero della Salute, ha ammesso la grave carenza di personale specializzato nel sistema sanitario pubblico.

Ha inoltre aggiunto che mentre il Paese dispone, in quasi tutti gli ospedali distrettuali, di alcuni medici e infermieri di salute mentale, allo Zomba Mental Hospital c’è un unico psichiatra e nei nosocomi pubblici non vi è nessuno psicologo.

Ci ha anche rivelato che, lo scorso maggio, il ministero ha pubblicato avvisi di posti vacanti al fine di assumere degli psicologi ma nessuno si è fatto avanti.

In un’intervista di IPS dello scorso dicembre, Udedi ha dichiarato inoltre che non esiste un apposito budget per la salute mentale. E ha aggiunto che:

Pertanto, non è facile monitorare i fondi destinati al settore della salute mentale.

Tuttavia, secondo quanto riferito dal dottor Udedi, il ministero eroga alcuni fondi all’ospedale di riferimento. Spetta infatti agli uffici sanitari distrettuali prendere dalle casse una parte dei loro fondi e destinarli ad attività relative alla salute mentale, tra queste l’acquisto di medicinali.

Secondo il rapporto dell’ombudsman, l’apparente mancanza di attenzione verso il settore della salute mentale, che si configura come problema sanitario principale, è da attribuirsi a un quadro legislativo debole e vecchio.

Il trattamento dei pazienti affetti da disturbi mentali è previsto dal Mental Health Act approvato nel 1948, anno in cui il Malawi era ancora sotto il dominio coloniale britannico.

Nel rapporto si legge che:

Questa legge è molto distante dalle attuali tendenze presenti nella fornitura dei servizi di salute mentale.

Nel 2000, il Malawi ha elaborato la sua prima politica nazionale in materia di salute mentale. Ma nonostante ciò, non vi è stato alcun impatto significativo sulla fornitura dei servizi e il programma è stato quindi oggetto di riesame.

Ora il Governo spera che le sfide del settore vengano affrontate una volta che il disegno di legge, attualmente in fase di elaborazione, verrà presentato e approvato in Parlamento, forse per febbraio.

Il Mental Health Bill [Disegno di Legge sulla Salute Mentale, NdT] contiene una disposizione per finanziamenti precisi per il settore della salute mentale e, secondo Udedi, ciò è fondamentale per affrontare la maggior parte delle sfide in quest’ambito.

Secondo l’esperto:

Questo farà in modo che il settore della salute mentale venga finanziato in modo adeguato. Ciò avrebbe delle implicazioni nel campo delle risorse umane per la salute mentale come ad esempio nel sostegno alle attività di formazione.

Ma Udedi esorta anche le comunità a fare la propria parte nel sensibilizzare i cittadini, ridurre lo stigma e la discriminazione nei confronti delle persone con problemi di salute mentale e nel mettere in contatto queste ultime con gli operatori che forniscono assistenza.

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