Espressioni

“Agrodolce” è quel taglio nella pelle che soffoca il dolore dell’anima

Il disagio mentale può manifestarsi in svariate forme; alcune sono caratterizzate dall’autolesionismo, un circolo vizioso che conduce a punire il corpo, l’involucro del malessere interiore, fino quasi a trarne piacere. Questa esperienza viene raccontata con cruda sincerità da Mercy Bibian nel componimento poetico che qui presentiamo e che descrive il “viaggio” verso l’autolesionismo in singole scene di ispirazione cinematografica. L’esperienza del primo taglio e poi dei successivi, fino all’instaurarsi di una dipendenza dal dolore, dall’atto in sé del tagliarsi che – quasi inconcepibilmente – offre sollievo da pensieri e sensazioni che si fanno insostenibili.

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“Voglio andare in pezzi silenziosamente”: sognando la speranza

Eclettica artista dello Zimbabwe, Chioniso Tsikisayi dimostra in questo suo componimento un approccio particolare ai temi legati alla salute mentale. Un momento di consapevolezza rispetto a un imminente crollo psicologico è rappresentato con tratti leggeri e quasi soavi: anche la caduta può avere una sua bellezza. Come lei stessa ha detto: “La spensieratezza della mia scrittura è un’ode al mio bambino interiore che sceglie di vedere la bellezza anche in mezzo al caos. Lo spazio letterario è già saturo di componimenti egregi ma cupi. Essendo una giovane donna alle prese con il mondo, non voglio leggere solo scritti bui”.

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“Il mio male, il mio alter ego”, sola nel mondo contro la solitudine

Crystal (nome d’arte di Pana Magnoudéwa) è una slameuse togolese. Nei suoi versi dipinge le emozioni che può provare una persona affetta da patologie mentali. “Voglio sottolineare l’influenza del mondo esterno sulla salute mentale. Tutti possono contribuire alla guarigione di una persona che manifesta disturbi mentali cercando di ascoltare i suoi desideri, invece di voler sempre prendere decisioni al suo posto. Il mio testo è un invito a frequentare un malato di mente, augurandosi che lo sguardo che il mondo gli rivolge possa cambiare e diventare qualcosa di diverso dalla pietà”.

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“In questo nostro mondo” maestro di vanità e triste isolamento

“Nessun uomo è un’isola” recita un celebre verso del poeta inglese John Donne: siamo tutti legati a doppio filo tra noi in quanto umanità. Ma la società in cui l’uomo moderno ha organizzato le sue comunità tende all’esaltazione dell’individualismo al punto tale da spingere all’isolamento, soprattutto chi soffre della spietata pressione sociale. Questo il contesto della poesia dell’autore nigeriano Ayomide Inufin D’great, la cui parola cardine è “perdita”. Perdiamo la testa, l’energia, i valori fondamentali, la via maestra, e cerchiamo un appiglio nella vanità, nella decadenza che ci avviluppa e da cui – forse – possiamo ancora salvarci.

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“Poesia, Dolore, Lame e Grazia” in una notte di urla e silenzio

I giorni e le notti si succedono gli uni alle altre continuamente, impietosamente per chi in questa alternanza non vede più un senso. La società schiaccia con le sue pretese discutibili le fragilità di chi ha in animo un costante senso di inadeguatezza verso il mondo, verso gli altri. Quando queste sensazioni si fanno insopprimibili, la soluzione sembra essere soltanto una, il suicidio, ma anche questa extrema ratio viene etichettata e rifiutata dalla società. E allora, nelle parole dell’autore keniota Young Nino, non rimane che annegare l’anima nell’alcol o in qualsiasi altra cosa offuschi quella sofferenza “che ti priva della voglia di vivere”.

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“Il pazzo africano” che cena con i cani, deriso e solo nella malattia

Il protagonista inconsapevole di questi versi viene descritto in tre quadri: il luogo in cui dorme e si nutre malamente, il suo corpo piagato ed esposto alle intemperie, la sua condizione di prigioniero del suo stesso disturbo mentale. Una condizione, quella descritta qui in chiave poetica, che la comunità medico-scientifica ed anche artistica si sta impegnando a destigmatizzare in Africa, perché la malattia mentale sia oggetto di cure e non di isolamento sociale. In questa poesia, concisa e potente, il talentuoso autore ugandese Amanya Aklam riesce a donare dignità letteraria alla vita di un uomo disperato.

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La salute mentale nella letteratura africana contemporanea

Una nuova generazione di scrittori di origine africana sta cominciando ad affrontare con grande sensibilità e profondità il tema del disagio mentale in letteratura. Un tema spesso trascurato ma che merita attenzione anche nel mondo delle arti – e non solo dunque in quello medico-scientifico – in quanto ormai elemento fortemente significativo nella vita di moltissime persone. L’articolo, un breve excursus, segnala otto libri (romanzi, raccolte di poesie, autobiografie) incentrati su personaggi che affrontano disturbi legati alla salute mentale, sul loro viaggio nell’oscurità dell’anima e l’eventuale guarigione e rinascita.

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Una pandemia di solitudine, silenziosa, soffocante e come la fame

“La lista mancante dell’OMS”” è un testo tratto da una raccolta dell’autore sudsudanese Mandela Matur, conosciuto come Ade, scritta durante la fase iniziale della diffusione del Covid-19. Lo sguardo si posa su quelle umane condizioni spesso avvolte nel silenzio dello stigma o dell’isolamento, e che ora più che mai si stanno accentuando. Uno stato mentale fragile diventa un fardello sempre più pesante da accettare e sostenere; aprirsi una breccia nella sofferenza per chiedere aiuto sembra un’azione oltre le proprie forze. La poesia di Ade svela ciò che si nasconde negli angoli più remoti della mente e ci sprona a non lasciarci colpire dai mali invisibili ma pervasivi dell’animo.

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Abigail George, quando la parola affronta il buio della paranoia

Per favore, aiutatemi a correggere i jalapeños e Theodore Roethke è il titolo di questa poesia che ci conduce in un mondo tanto inconsueto quanto familiare. Si tratta di un territorio selvaggio dove la realtà e il sogno si incontrano: gli elementi del nostro quotidiano ci rammentano della loro dimensione simbolica e le voci nelle nostre teste dialogano con le voci degli autori che abbiamo letto e dei compositori di cui abbiamo ascoltato le musiche. Lungi dall’essere una mera giustapposizione di immagini e suoni, quella di Abigail George è una poesia accuratamente strutturata che rivela con tatto e chiarezza la lotta per raggiungere l’equilibrio mentale e diventare una donna indipendente ed emotivamente stabile.

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“Andolo, l’albino talentuoso”, intervista allo scrittore Nsah Mala

Nel Continente africano le ostilità e le discriminazioni verso le persone albine sono ancora troppe. Così, per celebrare gli albini e permettere agli altri di superare lo stigma, sono sempre di più gli scrittori che pubblicano opere sull’argomento. Questo è il caso di “Andolo: the Talented Albino“, il libro per l’infanzia scritto dal camerunense Nsah Mala. Come emerge dall’intervista condotta da Pina Piccolo di The Dreaming Machine, l’autore è partito dalle esperienze di vita dei suoi familiari per raccontare la storia avvincente di un bambino affetto da albinismo, con l’intento di divertire e informare i suoi piccoli lettori.

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