poeta kenyota

“Agrodolce” è quel taglio nella pelle che soffoca il dolore dell’anima

Il disagio mentale può manifestarsi in svariate forme; alcune sono caratterizzate dall’autolesionismo, un circolo vizioso che conduce a punire il corpo, l’involucro del malessere interiore, fino quasi a trarne piacere. Questa esperienza viene raccontata con cruda sincerità da Mercy Bibian nel componimento poetico che qui presentiamo e che descrive il “viaggio” verso l’autolesionismo in singole scene di ispirazione cinematografica. L’esperienza del primo taglio e poi dei successivi, fino all’instaurarsi di una dipendenza dal dolore, dall’atto in sé del tagliarsi che – quasi inconcepibilmente – offre sollievo da pensieri e sensazioni che si fanno insostenibili.

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“Poesia, Dolore, Lame e Grazia” in una notte di urla e silenzio

I giorni e le notti si succedono gli uni alle altre continuamente, impietosamente per chi in questa alternanza non vede più un senso. La società schiaccia con le sue pretese discutibili le fragilità di chi ha in animo un costante senso di inadeguatezza verso il mondo, verso gli altri. Quando queste sensazioni si fanno insopprimibili, la soluzione sembra essere soltanto una, il suicidio, ma anche questa extrema ratio viene etichettata e rifiutata dalla società. E allora, nelle parole dell’autore keniota Young Nino, non rimane che annegare l’anima nell’alcol o in qualsiasi altra cosa offuschi quella sofferenza “che ti priva della voglia di vivere”.

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