poesia ivoriana

“Pazzo”, quando la società ti fa perdere la ragione

“Prestatemi i vostri denti voglio sorridere come voi. Prestatemi i vostri occhiali voglio vedere come voi. O semplicemente prestatemi una corda affinché io possa combattere questa malattia uccidendomi”. Essere come gli altri o non essere affatto, questo il dilemma senza uscita del “Pazzo” protagonista di questo inedito di Placide Konan. Non c’è via di mezzo tra i due estremi, non c’è cura, non c’è guarigione in una società che considera il disagio mentale come un’eccezione da ignorare invece di una variazione da accogliere e aiutare.

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“È notte sul molo”, il dolore per quella foto perduta

Un orfano perde in un incendio l’unica foto della sua famiglia. Racconta di essere alcolizzato, depresso, paranoico; per un equilibrio così instabile la perdita dell’unico aggancio con il passato è uno strappo lacerante. Il senso d’identità si frantuma, lasciandolo nella disperazione. Ma lo slameur Konan fa trovare al protagonista la forza di credere in se stesso e dire “Rimarrò forte come un bosco di sounsoun. Mi alzerò e andrò incontro a me stesso. Mi alzerò come una sola carne e supererò questo stallo”.

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