giochi paralimpici

Noluthando Makalima e l’adaptive surf, celebrare la vita tra le onde

Noluthando Makalima è nata con una paralisi cerebrale, ma non ha mai permesso che la disabilità la limitasse in ciò che desidera realizzare nella vita; è una parasurfista talentuosa di 32 anni, di Città del Capo, che ha vinto una medaglia d’argento alle Paralimpiadi del 2020. Attualmente rappresenta le eccellenze sudafricane nel panorama parasportivo internazionale e nonostante le sfide che giornalmente deve affrontare, ha intenzione di continuare ad allenarsi per competere ancora l’anno prossimo. Il suo desiderio è diventare un modello di vita da seguire per i giovani. Il surf non è semplicemente uno sport per l’atleta: è una terapia, un modo per sentirsi libera e sicura, per mettersi alla prova, per vivere pienamente il suo corpo.

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Farhan Hadafo, dalla Somalia all’Italia per diventare un campione

Farhan Hadafo è nato in Somalia, ma vive a Torino per motivi di salute dall’età di sei anni. Nonostante la paresi, era un bambino vivace che non stava mai fermo. Quindi ha deciso che per lui il posto giusto era in una pista da corsa paralimpica. Il suo più grande traguardo è stato il bronzo agli Europei 2018, ma ci racconta che non è stato facile ottenere il passaporto italiano. Il percorso di integrazione di Farhan è stato però fortunato, anche se non sono mancati i disagi, dovuti ai problemi legati ai trasporti o a incontri con persone che lui chiama “ignoranti”. Con gli anni, l’atleta ha imparato a non perdere tempo dietro a questi “campioni del pietismo” e a conservare la sua positività contagiosa.

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Ghana: Botsyo, il campione paralimpico che ha sfidato lo stigma

Raphael Botsyo Nkegbe è un atleta paralimpico ghanese, il primo del suo Paese a qualificarsi per i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. In questa intervista ci racconta delle sue difficoltà cominciate quando, a cinque anni, ha contratto la poliomelite. Difficoltà superate grazie alla famiglia e allo sport. Soddisfazioni, vittorie, importanti qualificazioni hanno fatto di lui un modello per tanti giovani disabili. Ha fondato un club per atleti con disabilità e sulla scia del suo impegno ne sono sorti altri nel Paese. Si è sposato e ha tre figli: “volevo dimostrare che non è vero – come qui si dice – che da due persone disabili nascono figli con gli stessi problemi”.

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