cutting

“Agrodolce” è quel taglio nella pelle che soffoca il dolore dell’anima

Il disagio mentale può manifestarsi in svariate forme; alcune sono caratterizzate dall’autolesionismo, un circolo vizioso che conduce a punire il corpo, l’involucro del malessere interiore, fino quasi a trarne piacere. Questa esperienza viene raccontata con cruda sincerità da Mercy Bibian nel componimento poetico che qui presentiamo e che descrive il “viaggio” verso l’autolesionismo in singole scene di ispirazione cinematografica. L’esperienza del primo taglio e poi dei successivi, fino all’instaurarsi di una dipendenza dal dolore, dall’atto in sé del tagliarsi che – quasi inconcepibilmente – offre sollievo da pensieri e sensazioni che si fanno insostenibili.

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“Bitter sweet” is the skin cut that suffocates the screaming soul

Mental illness can include a variety of symptoms; sometimes self-harm can occur. In a vicious cycle, the individual punishes his/her own body – the shell containing a suffocating inner distress – and takes somehow pleasure in it. In this poem Mercy Bibian describes with brutal honesty the “journey” to self-harm in scenes of cinematographic inspiration. So the reader witnesses the first cut and then the following ones, up to the establishing of an addiction to pain, to blood, to cutting – an act that almost inconceivably provides relief of unbearable thoughts and feelings of anxiety and depression.

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