“Resa al mittente”, la malattia che diventa amica ed eterna bugia
Mia madre arriva tra due giorni e non c’è niente che io possa fare per fermarla, per nascondere, per evitare che i suoi occhi ci vedano per ciò che siamo diventate.
Stiamo morendo e non mi importa.
Madre, so che rimarrai inorridita da ciò che troverai. Da ciò che sono diventata. So che vorrai strapparti gli occhi dalle orbite e ficcarmeli in gola finché non otterrai risposta.
Mi dispiace mentire. Mento a tutti ormai. È ciò che siamo diventate. Bugiarde. Esseri che mentono a coloro che amano.
Mentiamo perché non so come dirti che questo corpo non funzionerà. Non mi permetterà di metterci dentro niente che lo nutra, che gli apporti vita. Mi combatte.
Voglio incolpare questa “malattia”. Incolpare gli altri. Gli esseri. Ma non sono certa che io sia senza colpa.
Trovo conforto in loro. Mi fido di loro.
Mi dicono che è più sicuro che le persone che amiamo non lo sappiano. Che questa parte di noi, questo pezzo morente, rimanga un segreto. Quelli che mi amano mi amano troppo per capire. Troppo per accettare questa erosione autolesionista della carne.
Mento quando ti dico che non godo di questo mio sgretolarsi, indebolirsi, deperire. Mento quando ti dico che so che qualcosa non va e lo sto risolvendo.
Non lo sto risolvendo. Fingo di farlo.
Troviamo conforto nell’inevitabilità del nostro essere mortali. Conforto nel fatto che, con il minor sforzo possibile, basterà un facile ignorare la carne per restituirci al mittente.
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Su gentile concessione dell’autrice
Traduzione di Maria Luisa Vezzali
Link all’originale
Nyachiro Lydia Kasese è una scrittrice, poeta e media specialist tanzaniana. La sua prima raccolta di poesie Paper Dolls è stata pubblicata nel 2016 dall’African Poetry Book Fund nella collana chapbook. La sua poesia Things That Were Lost In Our Vaginas è stata tra le finaliste per il premio di poesia BNPA del 2014 mentre il racconto breve Inside Outside è rientrato nella lista preliminare dello stesso anno di Writivism.
È co-direttrice del Paza Sauti Youth Festival di Dar es Salaam, Tanzania, che è stato concepito come una spazio libero e sicuro in cui i giovani potessero esprimersi, confrontarsi ed esplorare i problemi del mondo reale attraverso la poesia.
La sua scrittura verte su vari temi che riguardano le donne, tra cui la violenza domestica, la sessualità, il corpo e la salute mentale.
A questo proposito ha dichiarato: “Ho realizzato che il mio corpo e la mia mente sono due esseri differenti. Sto imparando a rispettare il mio corpo e il trauma che ha vissuto. Il corpo non dimentica le cose che gli sono accadute.”