Autore: Luciana Buttini

La lingua bambara in Braille, una svolta per i non vedenti del Mali

In Mali linguisti ed esperti di Braille hanno tradotto nel linguaggio dei non vedenti la lingua africana più parlata nel Paese, il bambara. Si tratta di una delle più importanti lingue veicolari dell’Africa occidentale, nel Paese si contano circa 15 milioni di parlanti. Pertanto un adattamento di questo tipo segna una svolta importante per il futuro degli studenti non vedenti in quanto finora l’unica lingua a disposizione nel codice Braille era il francese coloniale. Secondo varie testimonianze, disporre del bambara in Braille significa rendere autonome tutte quelle persone non vedenti che sono rimaste emarginate a livello linguistico, culturale, ma anche sociale.

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Kenya, una nuova app per aiutare i ragazzi non udenti in DAD

Se da un lato la pandemia di Covid-19 ha avuto conseguenze nefaste su tutti i Paesi del mondo, dall’altro ha stimolato la concezione di qualche innovazione positiva. Questo è il caso del Kenya, dove Hudson Asiema, cittadino sordo dalla nascita, ha sviluppato Sign Language Finger Spelling, un’applicazione per dispositivi mobili volta ad aiutare i bambini sordi nella didattica a distanza. Secondo le varie testimonianze raccolte si tratta di una rivoluzione tecnologica che ha migliorato l’apprendimento dei non udenti cambiando la vita non solo degli stessi studenti ma anche dei loro genitori.

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RDC, è lo stupro la principale causa di traumi e malattie mentali

La Repubblica Democratica del Congo non soltanto è uno degli Stati più poveri al mondo ma a causa degli alti tassi di violenza, si classifica anche come “la capitale mondiale dello stupro.” In media nel Paese ogni ora, circa 48 donne subiscono aggressioni sessuali e la violenza si configura come una delle cause principali dei problemi mentali e dei traumi. Oltre alla povertà, ci sono altri fattori che contribuiscono all’insorgenza delle violenze, tra tutti la mancanza di istruzione. Ma nonostante gli sforzi compiuti dalle varie associazioni per cercare di fornire assistenza e cure alle vittime, la strada verso il miglioramento sembra ancora lunga.

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“Andolo, l’albino talentuoso”, intervista allo scrittore Nsah Mala

Nel Continente africano le ostilità e le discriminazioni verso le persone albine sono ancora troppe. Così, per celebrare gli albini e permettere agli altri di superare lo stigma, sono sempre di più gli scrittori che pubblicano opere sull’argomento. Questo è il caso di “Andolo: the Talented Albino“, il libro per l’infanzia scritto dal camerunense Nsah Mala. Come emerge dall’intervista condotta da Pina Piccolo di The Dreaming Machine, l’autore è partito dalle esperienze di vita dei suoi familiari per raccontare la storia avvincente di un bambino affetto da albinismo, con l’intento di divertire e informare i suoi piccoli lettori.

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I disturbi mentali sono ereditari, in Kenya in corso ricerca sul DNA

Schizofrenia, depressione, bipolarismo sono da tempo riconosciuti come malattie ereditarie. Tuttavia, svariati episodi di familiari affetti dagli stessi problemi psichici, anche se con sintomatologia differente, hanno spinto ricercatori americani e africani a condurre indagini più approfondite. Per ovviare all’errore fatto negli studi condotti finora, principalmente su individui di discendenza nordeuropea, gli studiosi hanno messo a punto NeuroGAP-Psychosis, un progetto ambizioso che, attraverso un’analisi su popolazioni africane mai studiate prima, mira ad ampliare le conoscenze sulle cause genetiche di tali disturbi.

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Tabù della pazzia, se tradizioni e linguaggio vincono sulla scienza

Un rapporto approfondito redatto dalla Task Force per la salute mentale in Kenya rende noto l’aumento vertiginoso dei casi di problemi mentali e malattie nel Paese, situazione peggiorata dallo scoppio della pandemia di Covid-19. Malattie e disabilità psicosociale, infatti, sono le due cause principali dei problemi di salute mentale nel Paese. Nell’articolo si citano anche alcune opere letterarie di scrittori africani sull’argomento e si sollecita un dibattito aperto e senza pregiudizi. “Parlare di quest’argomento in una prospettiva tradizionale di tabù e stigma significa aggravare un disastro in corso” afferma Justus Kizito Siboe Makokha, ricercatore presso l’Institute of African Studies dell’Università Kenyatta.

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Il legame tra malattia mentale e povertà, il caso del Sudafrica

Come sottolinea l’OMS, salute mentale non significa assenza di malattia o di infermità. Si tratta piuttosto di un concetto multidimensionale intrinsecamente connesso all’ambiente socio-economico di un individuo. Da qui la nascita del legame tra l’insorgenza di malattie mentali e la povertà, due fenomeni che interagiscono in un circolo vizioso e che riguardano non solo gli adulti ma anche gli adolescenti. La ricercatrice Emily Garman, che ha partecipato allo studio internazionale CHANCES-6, in quest’articolo presenta una serie di studi e fa il punto della situazione alla luce degli interventi mirati a trasformare questo circolo vizioso in un circolo virtuoso.

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Africa, istruzione inclusiva a studenti disabili: normative ed esempi

Nelle scuole dell’Africa sub-sahariana sono almeno 97 milioni gli studenti affetti da disabilità più o meno gravi. Tuttavia, nonostante gli sforzi compiuti dai vari Paesi della Regione, la strada verso l’istruzione inclusiva sembra essere ancora lunga. Secondo il Rapporto Mondiale di Monitoraggio dell’Educazione 2020 dell’UNESCO, la pandemia di Covid-19 ha finito solo per aggravare la condizione degli studenti svantaggiati e il 40% di loro è stato escluso dall’istruzione durante il periodo di chiusura delle scuole. Manos Antoninis, direttore del rapporto GEM, fa un quadro della situazione alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030.

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Etiopia, la “tribù dimenticata” dallo Stato in nome dell'”abilismo”

Nel Paese del Corno d’Africa, sono tanti i cittadini affetti da una qualche forma di disabilità. Alcuni studi li classificano come i fragili anche a livello economico e ora, con la pandemia del Covid-19, la loro condizione si è aggravata. Secondo stime che risalgono al 2011 le persone con disabilità nel Paese rappresentano almeno il 18% della popolazione. Sentendosi emarginati e abbandonati dalla società e dal Governo, alcuni si spingono a compiere gesti estremi, come il suicidio. L’intervento di Dagnachew B. Wakene, direttore regionale per l’Africa orientale di Africa Disability Alliance, che para di “tribù dimenticata”.

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Nigeria, il problema del disagio mentale nella sanità locale

Il problema del disagio mentale in Nigeria è un argomento di cui si parla ancora a bassa voce ed è interpretato attraverso terribili pregiudizi. Secondo alcune stime, nel Paese il disturbo mentale colpisce fino al 30% della popolazione e le persone affette non si sentono tutelate dal punto di vista giuridico. In tal senso, in vari Paesi africani stanno emergendo degli approcci innovativi che attraverso l’impiego di social network e terapie di conversazione affrontano la questione e forniscono assistenza. Secondo l’OMS, nei Paesi a basso reddito si spendono 0,25 dollari a persona per la sanità mentale. Un sondaggio a cura di EpiAFRIC e Africa Polling Institute.

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