Diario di un folle

Stasera
poso su questo foglio: la sfida di uno sguardo vivo
scritte confuse come due fendenti che si intrecciano
sorrisi disseccati dal vento
sogni inghiottiti dal vasto oceano

Sono quella stella tradita dal destino
che è in perpetuo infinito pellegrinaggio tra i vicoli
Sono la sagoma trascinata dal flusso della folla,
ombra smarrita nell’incoscienza della città

Sono quella stella velata di tristezza
che ha pensieri di suicidio, schiava di allucinazioni,
i cui atti folli da tempo hanno sposato la vita.
Vago per i mercati
alla ricerca di avanzi abbandonati.
E il mio ventre, sì, lo sopporta.

Ricco di risa follie della peggior fobia,
vestirsi è un casino, buona grazia se indosso qualcosa.
L’acqua stagnante è più minerale dell’acqua imbottigliata, ed è lei che mi disseta.
Ho organi agguerriti tranne contro le cicatrici.

Nel quartiere indosso il cappotto di un indemoniato, un matto da legare.
Nessuno mi capisce. Sono sopraffatto dalla depressione
Come rinascere in un mondo che mi blandisce con la sua derisione?
Questa è la mia ultima domanda nel crepuscolo dei pensieri.

La stregoneria è una realtà da prendere in considerazione
Non è di questo che soffro, rendetevene conto!
Mentre soffocate per un terzo del giorno nel letto,
io sequestrato alle strette ho solo bisogno di uno strizzacervelli.

Il giudizio è ciò che io (malato di mente) temo di più.
Non abbiate paura! Avvicinatevi, mi metterò a nudo
per farvi comprendere le mie peggiori follie.

Splende il sole ma io vedo solo luce oscura.
Quando il vuoto non basta più, è paradiso infernale la vita.
Resta solo difissare gli occhial cielo.
Con la speranza di una sbornia, assaporerò la luminosità del giorno.

In fondo, questo testo sono solo i sussurri di un pazzo.
Scritti con l’inchiostro della sua follia
Scritti con l’inchiostro della sua follia

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Testo di El Mamadou Ousmane Barry in arte Al Moufty, partecipante al concorso “Mots Fous”, Lomé (Togo), 18/2/2023

[Su gentile concessione dell’autore]

Traduzione di Giovanna Molinelli

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