“Senza titolo”, quelle parole dissolte nel vortice della depressione
Sensazioni angosciose, offuscate, eruttano in tutta la stanza
In un angolo, un vortice di lacrime ghiacciate, le mie
Nell’altro, il sangue che ha gocciolato lungo il mio polso ieri notte
quando ho cercato di togliermi la vita, di nuovo.
Questa mattina, ronzano striduli nelle mie orecchie gli echi dell’ira notturna
per il tentativo fallito di abbandonare infine questa terra
I rumori nella mia testa diventano più forti di minuto in minuto, come le piogge d’agosto sulle foreste,
vorrei tagliarmi la testa
Cammino su e giù nervosamente, cerco di sorpassare i pensieri
che hanno deciso di correre una maratona nei meandri della mia mente
Vedi, ieri ero a pezzi, mi sentivo così infelice, desideravo la redenzione.
Frammenti di me, scheggiati, cadevano dal mio corpo sul pavimento.
La depressione si dondolava nella mia stanza e mi ha abbracciata.
Di solito, quando ho bisogno di braccia larghe abbastanza per contenere questo tipo di dolore,
le uniche braccia che appaiono sono quelle della depressione.
Ieri notte, stavo perdendo la testa, o forse stavo perdendo nuovamente la testa che ho già perso
Ero stanca di lottare contro le emozioni,
di lottare per vedere la me stessa felice diventare nuovamente felice.
Ultimamente sono diventata una statua di dolore, un sotterraneo fiammeggiante di demenza
Gli altri mi chiedono come sto e io, con un rapido sorriso e con tono vivace,
recito la mia battuta preferita: “Sto bene”
Perché, come spieghi questo particolare tipo di tristezza alle persone che non capiscono
come possa cadere in depressione una ragazza di origini africane,
alle persone che troppo in fretta collegano segni e sintomi a particolari etnie
e blaterano “i neri non vanno in depressione” quando accenni il minimo disappunto?
Ma… siamo tutti umani, alla fine.
Non abbiamo tutti degli squilibri chimici a un certo punto?
O non veniamo fatti a pezzi proprio da coloro che avrebbero dovuto sorreggerci?
L’amore non si inasprisce, non sbagliamo tutti proprio nei momenti
in cui il mondo intero si aspettava che ne diventassimo i salvatori
i fantasmi dei fallimenti passati non tornano a tormentarci
il tempo non sembra volare mentre rimaniamo bloccati in un fase spiacevole della vita?
Non siamo tutti umani, alla fine?
Sono stanca, sola, indebolita dalle troppe lacrime di mezzanotte
che ho lasciato passeggiare sulle mie guance
I miei demoni si sono impossessati di gran parte di me
Sono soltanto un corpo fradicio
Che annega in pure illusioni, nell’ansia, nella follia, in concetti che non so come spiegare,
nella nostalgia, nella sofferenza.
E così le ho dentro di me… Tutte queste emozioni.
Le indosso sul mio corpo, le ficco nelle tasche dei miei jeans
faccio spazio per gli altri alla tavola rotonda che si erge nella mia mente ogni giorno
quando le mie altre tre personalità e i miei demoni si riuniscono alle 4 di notte per i negoziati di pace
Avrai mie notizie domani
Ti racconterò come sono sopravvissuta ad un’altra notte melmosa
Se non avrai notizie, allora di mattina la voce di mio fratello dall’altra parte del telefono
ti annuncerà che sono andata in un luogo di pace, ma per adesso
Leggi di me su pagine come queste.
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Traduzione di Gaia Resta
Link all’originale
Su gentile concessione dell’autrice
Alum Comfort Anne ha 24 anni ed è una poetessa ugandese. Vive a Jinja, nell’est dell’Uganda e lavora come impiegata statale. Ha cominciato a scrivere cinque anni fa e le sue opere sono state pubblicate in Millennial Voices, antologia di poesie dell’Africa orientale.
Come lei stessa ci ha raccontato, l’ispirazione per la poesia qui presentata arriva dalla sua personale esperienza con la depressione, che l’anno scorso l’ha colpita per diversi mesi e l’ha impegnata in un altrettanto lungo periodo di guarigione. Ma anche in un percorso doloroso si può trovare un senso, come dimostrano le sue parole: “Ci sono state molte lacrime, ma anche crescita personale”.
Il titolo della poesia racchiude in sé ed esprime proprio l’estrema difficoltà nel dare un nome a determinate emozioni e situazioni: di fronte al dolore dell’anima anche le parole sembrano dissolversi e sparire.
Conosco bene purtroppo questo male subdolo e oscuro che è quasi impossibile spiegare. Lei ha saputo con parole taglienti e autentiche rendere vero e vibrante quel dolore