“In questo nostro mondo” maestro di vanità e triste isolamento

Ho una storia da raccontare

Di una testa che si sta perdendo, all’inferno correndo

Di una grande ascesa poi caduta,

Un orgoglio con la sua perla perduta.

Questa è la storia di una permanenza

Che non sa più come sanare la sua pertinenza,

Come una fallita presidenza.

La perdita, però, è avvenuta senza vergogna.

La carestia ha pervaso la terra, il regno della beltà,

Una bellissima schiava legata a lui da una catena di ingenuità.

Il destino è questo tormento di felicità.

La società della follia, una virtù che ha perso energia,

Al timone dell’impunità, le morali dell’immoralità.

Niente è meglio che essere colpevoli, questo è il bello della società.

 

Ho una storia da raccontare,

La storia di una perduta gloria,

Una gloria che divenne sanguinaria.

Vi racconto la triste storia

Di una comunità che ha dimenticato il suo cuore,

La verità che ha perso integrità.

Una generazione perduta, ritrovata nella frivolezza,

È una via perduta, la benedizione da poco trovata.

La pressione tra pari pressa senza sosta,

L’oppressione è la nuova medicina.

Così impariamo la depressione lezione dopo lezione,

Minaccia la vita, la morte è così attraente,

L’ossessione! È un esercizio per la mente

E la rivoluzione non è che evoluzione morente…

 

Danni artificiali! Disastri naturali.

Le cifre sul mondo divergono, è uno scontro tra Titani,

Una pace mondiale che è una guerra mondiale

come in Grecia tra ateniesi e spartani.

La rivelazione che sogniamo, la Genesi di un danno,

Troppi aborti! La nascita di un Governo mondiale.

 

Ho una storia da raccontare

Un fiore che sboccia al buio, il paradiso nell’inferno,

Il pregiudizio che esprimiamo, gli incantesimi che pronunciamo,

Una mentalità infernale, la distruzione si può toccare.

Un’idiozia condividiamo, l’ignoranza vendiamo.

 

Sogniamo così tanto da dimenticare la realtà,

È un mondo pazzo, che si danna per briciole di vanità,

Questo è il mondo in cui ci ritroviamo

Nella musica ci perdiamo, poi come in sinfonia cantiamo.

 

Questa è la cultura che indossiamo,

Lo stile di vita ormai di moda in ogni dove.

Come possiamo comprendere tale ignoranza?

Se continuiamo a istruire l’eredità,

Allora siamo tutti colpevoli di verità.

La decadenza comporterà sempre una conseguenza

se non ne comprendiamo le fondamenta…

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[Su gentile concessione dell’autore]

Traduzione a cura di Gaia Resta

Link alla versione originale

Ayomide Inufin D’great, originario della Nigeria, è un giovane poeta, scrittore creativo e storyteller il cui nome è apparso su numerose piattaforme tra cui Nairaland, Society of Young Nigerian Writers, OkadaBooks, BamBooks, Tell Africa, Poemify Inc, NaijaHotStars.

Laureato in Scienze Archivistiche e dell’Informazione, ha all’attivo due ebook di poesie (contenenti oltre 3.000 testi), articoli, riviste e sceneggiature. Un suo racconto breve intitolato “Good Girls Go to Church, Bad Girls Go Everywhere” [“Le brave ragazze vanno in chiesa, le ragazze cattive vanno dappertutto”, NdT] è stato inserito da MONUS tra i migliori 40 racconti brevi del 2019 selezionati nelle università nigeriane, su segnalazione di OkadaBooks, BamBooksTell Africa.

Ha vinto numerosi premi tra cui il Society of Young Nigerian Writers Award nel 2020, il PCG Dynamite Awards nel 2017 e 2018 e il Midasmind Inc Awards nel 2018 e 2019.

La sua scrittura si concentra sulle dinamiche della società e sulle storie d’Africa che raccontano di “razze” (questo il termine da lui usato) e regioni diverse. Ama la musica, il cinema e il buon vivere.

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