Le violenze e la vita di strada delle donne con disturbi mentali
[Traduzione a cura di Abdoulaye Coumbassa dall’articolo originale di Abdel Aziz Nabaloum, Virgile Ahissou e Adeline Tchouakak pubblicato su Science and Development Network]
A volte capita di incontrare per le strade delle città africane donne affette da malattie mentali in stato di gravidanza o accompagnate da bambini concepiti e nati per strada. Molte di queste gravidanze sarebbero il risultato di rapporti sessuali con uomini in buona salute che, in alcuni casi, non esitano a violentarle.
In Burkina Faso, Adama Ouédraogo, presidente di Sauvons le reste – associazione dedicata alla cura dei malati di mente – ricorda come fosse ieri quando nel 2019, durante una serata fuori con i suoi colleghi, sorprese un uomo nel bel mezzo di un rapporto sessuale con una malata di mente. “Si trattava – racconta Ouédraogo – di un mio conoscente. Mi pregò di non dire niente a sua moglie perché altrimenti avrebbe dovuto ricorrere all’esilio o al suicidio per salvarsi. Gli ho detto che correva il rischio di doversi assumere la responsabilità di un’eventuale gravidanza, ma dopo alcuni mesi di osservazione, risultò che lei non era rimasta incinta“.
In Camerun, anche Paule Eliane Meubeukui, presidente dell’associazione Action pour l’épanouissement des Femmes, des Démunies et des Jeunes Détenus (AFJD), visse un’esperienza simile circa cinque anni fa mentre la sua associazione stava distribuendo viveri ai malati di mente. “Avevo incontrato una giovane donna malata di mente nei confronti della quale avevo sviluppato una certa simpatia. Sono rimasta sorpresa nel vederla incinta qualche tempo dopo. Poi mi raccontò che il padre del bambino era un suo amico che veniva a trovarla“, dice Paule.
Secondo Raoul Diop Agossou, direttore esecutivo dell’ONG Action pour l’Equité Mentale et Sociale (Action EMS) in Benin, la maggior parte di questi crimini sessuali avvengono mentre le vittime si trovano in uno stato di incoscienza. “Di solito, si rendono conto di ciò che è successo solo quando sono relativamente più coscienti. In quel momento, quanto accaduto le turba molto“, dichiara Raoul.
Il sociologo Louis-Roger Kemayou dell’Università di Douala fa notare che la vittima (nell’immagine sopra) è sempre a contatto con tutti. Cosa che accentua la sua vulnerabilità in quanto potrebbe essere bersaglio di aggressori – sani o malati di mente – i quali, nella maggior parte dei casi, non sono formalmente identificati. “Molto spesso, gli aggressori sani di mente sono vittime di circoli viziosi e si sentono costretti ad andare con una pazza per liberarsi da tali vizi o raggiungere i propri obiettivi. E uno dei loro obiettivi più comuni è di essere finanziariamente a proprio agio“, dichiara l’insegnante.
Condizionamenti sociali
Il sociologo spiega inoltre che la tendenza ad aggredire le malate di mente deriva dai condizionamenti della società “che fanno credere che per essere felici bisogna avere molti soldi“.
Gaston Nassouri, direttore provinciale del ministero per le Donne della provincia di Passoré in Burkina Faso, racconta un aneddoto che corrobora questa spiegazione. “Una malata di mente ci aveva raccontato di aver intrattenuto rapporti intimi con un commerciante. Poi scoprimmo che si trattava di una persona le cui attività erano in declino. Lo fece per rimetterle in moto“, racconta Gaston.
Per Denis Amoussou Yéyé, psicologo, socio-antropologo ed ex direttore di ricerca dell’Università di Abomey-Calavi (Benin), questo comportamento di alcuni uomini può essere spiegato dalla loro attitudine a ricorrere a soluzioni di comodo. Secondo lui, si tratta di un abuso delle condizioni di debolezza di queste donne. “Si può definire come satirismo il fenomeno che un uomo sano vada da donna malata per soddisfare i propri bisogni“, ribadisce Denis.
Christian Eyoum, psichiatra e insegnante universitario, è più o meno d’accordo con le dichiarazioni dello psicologo.
Perversione sessuale
“L’essere attratti da una persona che non è nel suo pieno potenziale mentale e che, di conseguenza, non può negoziare liberamente ed efficacemente è paragonabile a forme di perversione sessuale quali la bestialità, la pedofilia, l’esibizionismo e il voyeurismo“, sostiene Christian.
Secondo il sociologo burkinabè Seydou Konaté, “attaccare un elemento fragile della società, in questo caso i malati di mente, mostra quanto siano terribilmente falliti i nostri sistemi sociali“. Un fallimento che comporta gravi conseguenze che vanno dalla diffusione di malattie sessualmente trasmissibili (i rapporti sessuali sono raramente protetti) a gravidanze indesiderate e incontrollate spesso seguite da parti senza assistenza.
Félicia Traoré, responsabile del reparto maternità presso il centro medico Yako in Burkina Faso, specifica che con queste gravidanze a rischio le persone con disabilità intellettiva sono esposte a molteplici infezioni, anemia, malaria, HIV/AIDS … Afferma inoltre che corrono il rischio di dare alla luce bambini morti e che queste donne possono perdere la vita per emorragia o complicazioni durante il parto.
A tal proposito, Adama Ouédraogo dell’associazione Sauvons le reste racconta la storia di Aicha Sanfo, una donna con disturbi mentali di Gourcy in Burkina Faso che aveva subito abusi da uno sconosciuto. “Ha partorito senza assistenza medica. Il bambino – racconta Adama – è morto la notte in cui è nato senza che lei se ne rendesse conto. Continuava a portarlo sulla schiena. Quando siamo stati contattati, abbiamo dovuto convincerla che il bambino era morto“.
Accoglienza e supervisione
Per ridurre questi rischi, alcune associazioni si sono specializzate nell’accoglienza e nella supervisione di persone con disturbi mentali e dei loro figli. È il caso del Centro per handicappati mentali di Madjrè, nel Benin sud-occidentale, a 130 km da Cotonou.
Questo luogo, che ora ospita 48 persone di cui 16 donne, è un’iniziativa dell’ONG Action EMS. Il suo direttore esecutivo, Raoul Diop Agossou, racconta di aver recuperato per strada una donna con disabilità mentale incinta di 7 mesi che è stata poi seguita dal centro di Madjrè fino al parto due mesi dopo.
Questo è anche il caso dell’Associazione per la protezione delle donne e degli orfani di Passoré (Burkina Faso). Il suo presidente, Angèle Zida, dichiara che attualmente l’associazione assiste nove bambini di persone con malattie mentali. “Dal 2003 abbiamo ricevuto circa 15 bambini di madri malate di mente. Per salvare la vita di questi bambini, gli assistenti sociali li raccolgono e li mandano a noi“, afferma Angèle.
“Stranamente, nella gran parte di queste gravidanze e nascite, madre e figlio stanno bene“, sottolinea Elodie Guedia, ostetrica dell’ospedale cattolico della città SIC (Douala). “Le donne malate di mente, vivendo per strada e essendo a contatto con tutti i tipi di condizioni meteorologiche, sviluppano un’immunità straordinaria che poi viene trasmessa ai loro figli. Alla nascita, questi bambini raramente hanno infezioni. Si ammalano solo per malattie insorte dopo la nascita“, spiega l’ostetrica.
Centri psichiatrici
Il sociologo Louis Roger Kemayou concorda pienamente con tale diagnosi. “I malati di mente non vivono la vita consapevolmente. Di conseguenza, non hanno paura. È perché siamo consapevoli che quando mangiamo dalla spazzatura, ci ammaliamo. Infatti, la psicologia ci insegna che si attrae ciò che si teme“, spiega il sociologo.
Molti specialisti hanno documentato a Science and Development Network che il più delle volte i bambini nati da malati di mente vengono consegnati ad un parente.
“In Africa si dice spesso che ogni albero ha una radice e quindi una famiglia. In modo analogo, generalmente i pazzi non si allontanano dal loro precedente ambiente di vita. Quindi quando individuiamo un malato di mente, ci trascorriamo del tempo per ottenere informazioni sui membri della sua famiglia per poi metterci in contatto con loro”, spiega Joseph Yanga Ndenga del ministero degli Affari Sociali del Camerun.
Molti esperti ritengono che la soluzione più duratura risieda nel ripensare alla supervisione e alla cura dei malati di mente da parte delle società africane. “Se ci fossero centri psichiatrici in tutti i reparti, queste donne non si troverebbero più per le strade ad essere aggredite“, dice Raoul Diop Agossou.
Purtroppo, i malati non sono necessariamente in salvo nei luoghi di cura. In proposito Droubiel Sié, cittadino burkinabé, racconta con amarezza l’esperienza della sua sorellastra: “L’avevo affidata ad un guaritore, ma questo si è approfittato della sua vulnerabilità. L’ha violentata e l’ha metsa incinta“. Secondo il suo racconto, il guaritore diede alla malata un secondo figlio anche se quest’ultima, che nel frattempo non era stata guarita, non viveva più sotto il suo tetto.
Benefici
Oltre alla creazione di centri psichiatrici, Seydou Konaté ritiene che dovranno essere realizzate azioni di sensibilizzazione per cambiare la percezione che le popolazioni africane hanno dei malati di mente. “Bisognerebbe spiegare loro che fare sesso con donne con disturbi psichici non attira ricchezza e prosperità“, dichiara.
Dal canto suo, Louis Roger Kemayou ritiene che i legami di sangue e l’istinto materno possono essere di grande aiuto nel processo di guarigione delle persone con disabilità intellettiva. “Ero a scuola quando mi è stato detto che mia madre era impazzita e che si era rifugiata nella boscaglia. Nessuno osava più avvicinarsi a lei perché era diventata molto violenta. Però, nel momento in cui mi vide, lasciò cadere il machete che teneva in mano e venne a baciarmi. Da lì ebbe inizio il suo processo di guarigione“, attesta l’accademico.
La signora Kwedi, educatrice specializzata presso la Kam Siham Foundation di Douala, ha idee molto diverse sul processo di guarigione dei malati di mente. “Riceviamo molti malati di mente. E la cura non sta necessariamente nei medicinali; sta anche nel fatto che i malati, durante i rapporti sessuali, si sentano utili nel dare piacere. Un rapporto intimo fa bene a tutti, sia alle persone normali che ai malati di mente“, sottolinea l’educatrice. Secondo lei pertanto, i benefici che i malati mentali possono trarre dal sesso non dovrebbero essere trascurati.