Site icon One Global Voice

“Una lettera alla mia migliore amica”, la scrittura come guarigione

Leah Gerand Soko

Cara Aliya,

oggi ho avuto una giornata di merda,

sono passata attraverso le linee della morte

L’ho vista e sentita arrivare,

affamata e assetata

Questo è ciò che ho visto

Le persone resteranno sempre uguali sia con la stronza sia con l’angelo che sono

Nessuno!

Nessuno mi ha aiutato!

Tranne Dio

Nella sete e nella fame

nella brama di quello che non hai

sento il mio cuore pompare ogni singola lacrima

Ogni secondo i miei occhi guardano

guardano le auto che passano

le nuvole che si muovono

la gente che ride

l’orologio che ticchetta

Mi fa male il petto

La gola mi brucia per il dolore

Non posso mostrarne la causa

Cosa direbbe la società

Non voglio essere vista così debole

Troppo dolore da gestire

Sono incerta

che io rimanga o parta

il dolore sarà sempre lì

a ricordarmi

che devo darmi una regolata

perché nessuno

nessun uomo lo farà per me!

Punto!!!

Un’altra cosa,

mi sei mancata.

Con amore,

Leah.

******

Su gentile concessione dell’autrice

Traduzione di Maria Luisa Vezzali

Link all’originale

Leah Gerald Soko ha 22 anni ed è nata e cresciuta in Tanzania. Sta studiando per laurearsi in Arts in Films and Television all’Università di Dar es Salaam. Ama tutto ciò che riguarda l’arte e la poesia “che rappresenta un viaggio incredibile che mi aiuta ad aprirmi, guarire e parlare di tutto ciò che accade nella mia vita.

Attraversavo un periodo difficile per via di problemi economici in famiglia e di una relazione tossica […] Poi un giorno un amico mi ha invitato a un club di poesia e mi sono resa conto di come i poeti usassero le parole per parlare di loro stessi e aprirsi rispetto alle loro emozioni. Ho sentito che quello poteva essere un modo per me di guarire dalla depressione e dall’ansia. Quando ho scritto la mia prima poesia, è stata un’esperienza così bella che ora scrivo ogni volta che sento il bisogno di esprimere qualcosa e rivolgermi a qualcuno in particolare o anche all’intera società africana di cui faccio parte.

Exit mobile version