Il sole è alto, sembra un nuovo giorno.
Sospiro. Sei ancora qui. Non lo è.
Come sei entrata? Piango.
Un frastuono innaffia la mia ansia
facendo germogliare il dubbio e i traumi del passato
che pensavo di avere sepolto.
È l’imbrunire, mi dice bentornata.
come fossi io la visitatrice.
Armonie ronzanti si cibano di questo vuoto.
Restano con me
mentre alterno le app
tentando di trovare una distrazione.
La mia irrequietezza è la tua musa
mentre mi giro e rigiro
alla ricerca di un po’ di calore, estraneo al mio letto.
Avvizzita col tempo, indosso un sorriso
il mio riflesso è una sconosciuta
che sostiene il mio sguardo
fossilizzando i miei tratti pezzo per pezzo
Una ragazza copertina, una tela che ridipingo ogni giorno
per raccontare storie in cui non credo
Patetica! Mi dice.
Mi avvolge nella ragnatela di *Aragog
mentre i suoi figli ballano
sulla tomba vuota del mio petto.
Riesci a vedere il dolore
che striscia dietro al fascino del mio sorriso?
Insensibile alle tue rose
parole mi si arrampicano su per la gola
per dare voce alle maree interne.
Da pedone diventata regina
mi muovo lungo le linee bianche e nere.
Non so come sono arrivata qui,
bloccata con te e non posso allontanare con una risata
questo **goblin dalla mia strada.
Sono in trappola e non riesco a uscire
È così buio e freddo qui dentro.
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* Mostruoso ragno gigante che compare nella saga di Harry Potter
** Creatura malevola del folklore inglese che abita nelle paludi e può cambiare di forma
[Traduzione di Maria Luisa Vezzali]
Link alla poesia originale
Su gentile concessione dell’autore
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