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“Morte in vita”, un’esistenza con la tristezza intessuta nelle ossa

Non ricordo il giorno in cui ho smesso di temere la morte

Ricordo invece di aver raccolto frammenti del mio cuore spezzato e di averlo ricostruito

riconnettendomi con gli altri esseri umani

implorandoli di ricambiare il mio amore

ma semplicemente non valevo abbastanza

 

Invece di speranza, ho tanfo di morte

Un’aura oscura seduce la mia anima

ogni giorno di veglia – un altro tormento

un promemoria che ogni secondo potrebbe essere l’ultimo per me

un doloroso promemoria che avrei avuto una vita da godere

non custodissi tristezza e oscurità nel mio cuore

Questi muri conoscono per nome le dolci sofferenze del purgatorio

che ho accarezzato e lusingato con il bacio della morte

e mi sono ritrovata in più di un’occasione a desiderare le sue labbra

per suggellare il mio destino

porre fine alla follia che mi violenta l’anima

Tanta tristezza mi è intessuta nelle ossa

 

Espiro i fumi ardenti a ogni risveglio e cullo la tenera promessa di certezza

Accolgo la morte perché è l’unica presenza costante

nei miei pensieri

nelle mie emozioni

nei miei sentimenti

nella mano che impugna questa penna

Non ricordo il giorno in cui ho smesso di abbracciare la speranza

 

*******

Traduzione di Maria Luisa Vezzali

Link all’originale

Su gentile concessione dell’autrice

Maipelo M Zambane è una riluttante scrittrice creativa freelance con base in Botswana. Ama la parola scritta e ha recentemente ripubblicato per BWmadeBooks la sua raccolta di poesie intitolata Life and Everything in Between (disponibile su https://t.co/sLFyXYuBrr).

Quando non legge, scrive, lavora ai suoi affari e cerca di trovare sintonia con il suo corpo per poter mangiare senza ingrassare.

Tiene un profilo molto attivo su Twitter e collabora alla rivista digitale Afrolutionist, che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo inclusivo in Africa e nella diaspora africana attraverso la prospettiva dei diritti umani.

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