Non ricordo il giorno in cui ho smesso di temere la morte
Ricordo invece di aver raccolto frammenti del mio cuore spezzato e di averlo ricostruito
riconnettendomi con gli altri esseri umani
implorandoli di ricambiare il mio amore
ma semplicemente non valevo abbastanza
Invece di speranza, ho tanfo di morte
Un’aura oscura seduce la mia anima
ogni giorno di veglia – un altro tormento
un promemoria che ogni secondo potrebbe essere l’ultimo per me
un doloroso promemoria che avrei avuto una vita da godere
non custodissi tristezza e oscurità nel mio cuore
Questi muri conoscono per nome le dolci sofferenze del purgatorio
che ho accarezzato e lusingato con il bacio della morte
e mi sono ritrovata in più di un’occasione a desiderare le sue labbra
per suggellare il mio destino
porre fine alla follia che mi violenta l’anima
Tanta tristezza mi è intessuta nelle ossa
Espiro i fumi ardenti a ogni risveglio e cullo la tenera promessa di certezza
Accolgo la morte perché è l’unica presenza costante
nei miei pensieri
nelle mie emozioni
nei miei sentimenti
nella mano che impugna questa penna
Non ricordo il giorno in cui ho smesso di abbracciare la speranza
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Traduzione di Maria Luisa Vezzali
Su gentile concessione dell’autrice
Quando non legge, scrive, lavora ai suoi affari e cerca di trovare sintonia con il suo corpo per poter mangiare senza ingrassare.
Tiene un profilo molto attivo su Twitter e collabora alla rivista digitale Afrolutionist, che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo inclusivo in Africa e nella diaspora africana attraverso la prospettiva dei diritti umani.