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In quei giorni oscurati dalla pesantezza dell’essere

[testo inedito composto per “Parole in folle”]

Alcuni giorni il mio cervello rigenera pensieri tristi
come un rampicante sempreverde su un muro infinito
Mi sento in mille modi contemporaneamente: ansiosa, inutile, instabile, brutta,
un baratro di orrore senza fondo
Il dolore mi lascia nuda –
Divento troppo sensibile, troppo esposta.
Essere viva fa male

Alcuni giorni il mio corpo è troppo pesante sotto il peso della depressione
Quando reggo lo specchio davanti al viso, vedo un grumo di insicurezze
L’ansia viaggia dalla testa al petto, sosta nella pancia
e tiene le gambe in ostaggio
Nessun pensiero positivo mi rimane in testa, riesco a evocare solo negatività
Sento una disperazione così intensa che non riesco a vedere oltre questo momento verso il giorno che verrà
Sembra impossibile distrarmi dal mio stesso dolore

Lo vedi nella mia schiena incurvata
nel mio atteggiamento spento,
in quanto spesso arretro,
nell’eccessivo tentennare,
Il modo in cui continuo a parlare per placare l’ansia
Il modo in cui continuo a tacere per zittire la depressione
In tutto ciò che faccio, il mio corpo trasmette la sua tristezza

Alcuni giorni chiedo a Dio di svuotare il mio corpo dal dolore
e tu mi dici di ricordare.
mi dici:
Amore, ricorda che sei degna di essere salvata
Quando tutto di fronte a te va a rotoli
ricorda che il mondo è nato solo per la tua esistenza
ricorda che la vita distrugge tutti noi,
e che ogni respiro che facciamo è il corpo
che ripara la sua rottura
ricorda che c’è la prova vivente che questo peso che senti non è nuovo o alieno
è un mostro oscuro dilaniato che è stato
combattuto e conquistato da altri prima di te
e verrà conquistato anche da te
So che sei stanca e so che non vuoi essere qui
Ma tutto ciò che devi fare è ricordare
Ricordare che le preghiere non affogano nella tua gola
non vengono ingoiate dentro di te
non importa quanto è profondo il pozzo della tua autocommiserazione
ricorda che non sei sola
mi senti? Non sei sola
il domani ti aspetta con leggerezza e risate
e uno scopo che dia un immenso significato alla tua vita
e quando l’oscurità rende impossibile fare un passo avanti
quando ti senti modellata da tutte le tue decisioni sbagliate
quando il tuo cervello prova a convincerti che sei insignificante
spero ti ricorderai che sei degna di essere salvata

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Traduzione di Katia Karamooz

Su gentile concessione dell’autrice

Link all’originale

Ama Asantewa Diaka è una poeta, storyteller e artista di spoken word ghanese che si esibisce con il nome d’arte di Poetra Asantewa. È l’autrice del chapbook “You Too Will Know Me” e la sua prima raccolta di poesie si intitola “Woman, eat me whole” (Ecco, 2022). Il suo ultimo lavoro “Someone Birthed them Broken” è invece una raccolta di racconti brevi che verrà pubblicata nel 2024 dalla casa editrice Amistad.

Il disagio mentale e la percezione del corpo sono i principali argomenti che Poetra ama condividere con i suoi lettori. Tutti i suoi versi contengono una giusta dose di femminismo inteso come “il rifiuto di confinarsi all’interno delle definizioni imposte dala società dà di chi, cosa e come dovresti essere solo in base al genere“.

Ha fondato Black Girls Glow, un’organizzazione femminista no-profit che promuove la collaborazione tra artiste ed esplora le modalità in cui l’arte può creare una comunità, e Tampered Press, rivista ghanese di arte e letteratura.

Si è esibita per la prima volta in Italia sul palco di “Parole in folle” a Padova e Bologna con la poesia inedita sopra riportata, “Capitalism” e “Per la malinconia“.

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