[Traduzione a cura di Abdoulaye Coumbassa dall’articolo originale di Kayi Lawson pubblicato su VOA Afrique]
Gli Happy Brothers sono un’orchestra togolese composta da persone con disabilità visiva. Il gruppo musicale è stato fondato nel 1997 dall’Association des personnes handicapées visuelles pour la contribution au développement (AHVCD) con l’obiettivo di porre fine, attraverso la musica, alle discriminazioni subite dalle persone affette da disabilità visiva in Togo.
L’orchestra non fa eccezione agli ideali che hanno portato alla sua creazione. Infatti, i membri si incontrano periodicamente presso la sede dell’associazione AHVCD per le sessioni di prova che, tra l’altro, attirano molti spettatori.
“Ci siamo resi conto che le persone cieche hanno un grande potenziale”, afferma Emmanuel Yao Aziakéssé, primo vicepresidente dell’AHVCD e membro fondatore dell’orchestra. Pertanto, lo scopo dell’orchestra è quello di permettere a questa fascia di popolazione di godere della piena cittadinanza sulla base dell’uguaglianza con tutti gli altri cittadini.
“Quando parlo di cittadinanza piena e completa, intendo far valere le proprie potenzialità, anche attraverso la musica. E abbiamo notato che tra le persone con disabilità visiva ci sono chitarristi, pianisti, batteristi, cantautori e molti cantanti. Proprio per questo ci siamo riuniti per creare questo gruppo musicale”, dichiara Aziakéssé.
Sebbene la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità visiva non sia completamente scomparsa, la musica sta aiutando a cambiare la percezione che la popolazione ha nei confronti dei disabili. Questo è ciò che ritiene Marie Ohunu, studente di giurisprudenza e membro dell’orchestra.
“Subiamo molte discriminazioni, che a volte fanno male. Ma con la musica, la gente ci vede diversamente poiché non immaginano che anche le persone non vedenti possono cantare come chiunque altro“, suggerisce Marie.
L’associazione AHVCD investe nello sviluppo dei giovani con disabilità visiva attraverso sostegni per una migliore integrazione in un XXI secolo caratterizzato dalle nuove tecnologie. Ai membri dell’associazione vengono offerti corsi di informatica, grazie ai quali riescono a utilizzare computer e smartphone come qualsiasi altro individuo.
“Grazie a questo lettore di schermo, le persone con disabilità visiva possono scrivere, ad esempio, in Microsoft Word e in Excel, nonché utilizzare un Android indipendentemente dalla sua versione. Istruiamo regolarmente i nostri fratelli così da renderli molto più autonomi“, spiega Aziakéssé.
I corsi di informatica hanno cambiato la vita di Martial Blewoussi. “L’informatica – racconta Blewoussi – mi permette di svolgere compiti che molti altri fanno e ciò alleggerisce un po’ la mia situazione di handicap, soprattutto in tempi in cui tutti i corsi universitari si svolgono online. Gli ipovedenti devono adattarsi alle nuove tecnologie per essere allo stesso livello degli altri“.
Grazie alle formazioni offerte dai centri specializzati, molti membri dell’associazione si sono distinti in vari ambiti.
È il caso di Séna Koudjawo che padroneggia l’arte di vestire le sedie con fili di vimini o di nylon. Purtroppo, i suoi articoli hanno difficoltà a essere venduti a causa della mancanza di mercato.
“La nostra più grande difficoltà è l’accesso al mercato. Dopo la produzione, sta a noi cercare sbocchi per poter vendere i nostri prodotti. Però con il nostro handicap, non è facile“, rivela un membro del gruppo che produce tamburi Djembé. “Se avessimo un partner che si occupasse della vendita dei prodotti dopo la produzione, ne saremmo molto grati“, è l’augurio di Koudjawo.
Il gruppo Happy Brothers ha già prodotto tre album e le sue canzoni hanno il merito di sensibilizzare il pubblico. L’orchestra ne ha recentemente composta una sui gesti da adottare come barriera per proteggersi dal coronavirus. La canzone è intitolata Midjéhayé (in Mina, una lingua parlata nel Sud del Togo). Il gruppo esorta quindi la popolazione a rimanere vigile.